"Addio triti fiori del male, tetra repressione forzata, vile inquinamento globale! Benvenuta tonalità tridimensionale, con tutti i colori dell’arcobaleno, in uno scintillio di luci incandescenti, di segni deliranti e di idee sconvolgenti.
Con l’Olocromia, la via nuova dell’arte è giunta al bivio della vita, in cui è tratto il dado della sospensione, della sperimentazione, dell’innovazione, dell’illuminazione coloristica, in un tripudio di tinte iridescenti, toni suadenti, nuances affascinanti, che suggeriscono all’anima di respirare aria pura a pieni polmoni ed all’attimo fuggente di fermarsi un pò, per essere dissolto negli estremi orizzonti di un nuovo mondo incantato: il mondo di Tonino Piantieri."
Gianni Latronico

Biografia

Copertina Boè

Tonino Piantieri nato a Teramo il 24 agosto 1948, proviene dalla tradizionale famiglia ben pensante italiana. Il padre era funzionario dello Stato, uomo di vecchio stampo, pignolo ed intransigente, la madre casalinga, era invece donna generosissima e dal temperamento allegro e gioviale che ebbe una funzione importantissima nella formazione del giovane artista.

Ha conseguito la maturità classica a Teramo e successivamente è stato avviato, influenzato dal padre, allo studio della giurisprudenza. Ma lo studio del diritto non si confaceva affatto con la fantasia, l'estro e lo spirito di libertà del giovane che invece si immergeva anima e corpo nella lettura dei grandi romanzi dell'ottocento. Proust, Zolà, Balzac, Hugo insieme ai grandi russi Tolstoj  e Dostoevskij ed agli italiani Verga e Fogazzaro erano i suoi miti ed è appunto in questo periodo (aveva intorno ai vent'anni), che per esprimere la sua prorompente vitalità egli comincia ad imbrattare le prime tele. L'arte e la letteratura erano le sue vere grandi passioni.

Ancora giovanissimo, all'età di 23 anni contrae matrimonio ed il peso della famiglia lo costringono a trovare un impiego nell'amministrazione statale. Ma la vita ripetitiva e monotona dell'impiegato costituiva per lui soltanto motivo di avvilimento e sofferenza; non sopportava i superiori e non riusciva a stabilire rapporti neppure con i colleghi. Improvvisamente, nonostante le pressioni dei famigliari e nonostante le non buone condizioni finanziarie,come un colpo di fulmine egli si dimette dall'impiego,lasciando la sicurezza del "posto fisso" pur di avere completa libertà di azione e poter vivere soltanto di arte e per l'arte.

E' proprio in questo periodo che la sua indole provocatoria e ribelle insieme al grande amore per i viaggi e nuove avventure lo porta ad avvicinarsi ad un mondo fatto di rischi e trasgressioni come quello abbagliante dei casinò e delle belle donne. Questi rappresentano gli anni più oscuri della sua vita che lo portano attraverso varie vicissitudini e sofferenze anche alla separazione dalla moglie, ma nel contempo proprio grazie agli innumerevoli viaggi e le visite approfondite ed estasiate dei musei più importanti d'Europa, rappresentano anche gli anni della sua formazione umana ed artistica.

In uno dei tanti viaggi infatti rimane folgorato dalle opere di Kandinski, Mondrian, Klee e per la prima volta avverte e si rende conto che la pittura non può essere relegata alla mera rappresentazione della realtà mediante il disegno o la tecnica più sopraffina, ma deve invece essere qualcosa che arriva direttamente dall'anima e si manifesta soltanto attraverso il colore (OLOCROMIA).

Dal 1995 ormai, sopiti gli ardori giovanili e finita l'epoca dei viaggi e delle avventure, vive completamente relegato nel suo studio di Giulianova, nella continua e spasmodica ricerca della bellezza e delle emozioni.

Numerose sono le notizie biografiche sulla sua OLOCROMIA in cataloghi enciclopedie ed annuari d’arte contemporanea e di riviste artistiche, quali Boè, Euroarte, Elite, ecc.